Tod's Primavera Estate 2026

Tod's Primavera Estate 2026 "Lascia il segno". Articolo di RUNWAY RIVISTA. Foto per gentile concessione di Tod's.

Matteo Tamburini ha posto la pelle, in tutte le sue molteplici forme, al centro della collezione Primavera-Estate 2026 di Tod's. Le silhouette sono rimaste pure e sobrie, ma il savoir-faire artigianale di Tod's ha trasformato la semplicità in virtuosismo. “Volevo evocare lo spirito languido e leggermente indifferente della tarda estate,” ha affermato Tamburini. Nonchalance, tuttavia, era l'ultima parola che si potesse usare: lo spettacolo si è svolto come un esercizio virtuoso di maestria artigianale, eseguito con disinvolta finezza.

Il gioco grafico ha dato alla stagione il suo ritmo moderno. Le righe estive hanno preso il sopravvento, elaborate attraverso una serie di tecniche innovative. Linee regimental sfilavano su capi in cotone apparentemente classici che, a uno sguardo più attento, si rivelavano realizzati in pelle applicata: un omaggio alla maestria di Tod's nella lavorazione della pelle, rivisitata in un vocabolario più netto, quasi audace.

I capispalla sono stati proposti con un tocco ironico: un trench e un Macintosh sono stati rovesciati, con le cuciture esposte come audaci punteggiature grafiche. Il Gommino, icona di Tod's, è stato reinventato ancora una volta: le sue superfici traforate sono state reinterpretate come top, intrecciate con lino per creare una cadenza riccamente materica. Caban in morbido caramello pashmina la pelle portava il segno di una cucitura fatta a mano, grezza e visibile, come la firma dell'artigiano che la realizzava.

Altrettanto meticolose erano le note più delicate: morbida nappa, tagliata in gonne quadrate e top a fazzoletto, assemblati con strisce in tonalità contrastanti. Si annodavano dietro come in fretta, la loro geometria sussurrava la palette solare di Frank Stella. Qui, la precisione indossa la maschera della semplicità e la sobrietà si rivela come arte sotto mentite spoglie.

La collezione Primavera-Estate 2026 di Tod's è stata una collezione all'insegna dell'understatement, affinata da una maestria tecnica. La pelle è diventata grafica, fluida, persino giocosa. Nelle mani di Tamburini, la maison ha lasciato il segno, non attraverso l'effetto spettacolare, ma attraverso una silenziosa insistenza sul fatto che l'artigianalità, quando elevata a questo livello, parla più forte delle parole.

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