Dal Web 2.0 al Web 3.0 – Nuovo studio per la WIPO

La localizzazione delle violazioni della proprietà intellettuale nell’ambiente online: dal Web 2.0 al Web 3.0 e al metaverso – Nuovo studio per la WIPO della Professoressa Eleonora Rosati, Avvocato specializzata in Proprietà Intellettuale. Immagini: Runway Rivista.

L'articolo originariamente pubblicato QUI. Vedi anche L'OMPI rafforza il rispetto per la proprietà intellettuale: sensibilizzazione

La Prof.ssa Eleonora Rosati è un avvocato italiano qualificato con esperienza in diritto d'autore, marchi, moda e diritto di internet.

Professore di diritto della proprietà intellettuale, Università di Stoccolma; Direttore dell'Istituto per la proprietà intellettuale e il diritto del mercato (IFIM), Università di Stoccolma; Of Counsel, Bird & Bird; Professore ospite, CEIPI-Università di Strasburgo; Professore invitato, Universidade Católica Portuguesa; Associato di ricerca, LegalEdhec-EDHEC Business School; Associato, CIPIL-Università di Cambridge; Redattore del Journal of Intellectual Property Law & Practice (Oxford University Press); 'PermaKat', L'IPKat; Co-fondatore, Fashion Law Londra.

Eleonora Rosati Dal Web2 al Web3 Nuovo studio per la WIPO

Nel corso del tempo, i progressi tecnologici hanno portato alla creazione di nuovi modi sia per sfruttare i contenuti sia per violare i diritti, compresi i diritti di proprietà intellettuale, ad essi conferiti. 

Gli strumenti legislativi hanno costantemente chiarito che i diritti preesistenti continuano ad applicarsi ai nuovi media, ovvero mezzi per diffondere beni immateriali, anche in digital e contesti online. 

In termini di tutela dei diritti, tuttavia, la progressiva dematerializzazione dei contenuti e delle modalità di diffusione ha dato origine a sfide, anche quando si tratta di determinare where è stata commessa una presunta violazione dei diritti di proprietà intellettuale.

Perché la localizzazione è importante

L’importanza di localizzare la presunta violazione non può essere sopravvalutata. È, tra l’altro, fondamentale per determinare: 

  • Se il diritto a issue (ad esempio, un DPI registrato) è applicabile fin dall'inizio, 
  • Quale legge si applica alla controversia in questione, nonché, in conformità con determinati criteri giurisdizionali
  • Quali sono i tribunali competenti a giudicarlo. 

Ad esempio, determinare che la violazione in questione è stata commessa nel paese A serve a sua volta a determinare: (i) se il diritto a issue è affatto applicabile, dato che i diritti di proprietà intellettuale sono di natura territoriale. Quindi, se il DPI in questione è un marchio nazionale, la violazione deve essere localizzata nel territorio del Paese in cui il diritto è registrato; (ii) se, ad esempio, la legge del paese A è applicabile alla controversia in questione; e (iii) se, ad esempio, i tribunali del Paese A hanno giurisdizione per giudicare la controversia risultante.

Detto questo, le questioni relative alla legge applicabile e alla giurisdizione non dovrebbero essere confuse. Rispondere alla prima ipotesi serve a garantire che un tribunale non debba applicare più di una legge, ma piuttosto concentrarsi solo sull'atto iniziale di violazione per identificare la legge applicabile al procedimento. Viceversa, tale esigenza di garantire l’applicabilità di una sola legge non sussiste nell’ambito delle norme sulla giurisdizione, che spesso prevedono più fori.

L'esercizio di localizzazione sopra descritto si è rivelato particolarmente impegnativo quando l'attività illecita è stata commessa in a digital o contesto online. 

Per le violazioni che si verificano in situazioni Web 2.0, i tribunali di tutto il mondo hanno tuttavia progressivamente sviluppato vari approcci per localizzare l'attività illecita, considerando il luogo in cui:

  • Il convenuto ha dato inizio alla condotta illecita (criterio dell'evento causale), 
  • È possibile accedere al contenuto in violazione (criterio di accessibilità) e 
  • La condotta illecita è mirata (criterio di targeting). 

Sebbene nessuno di questi criteri sia privo di carenze, gli attacchi mirati hanno progressivamente guadagnato terreno in diverse giurisdizioni in tutto il mondo. La prova del targeting dipende da una serie di fattori, tra cui la lingua, la valuta, la possibilità di ordinare prodotti o servizi, il dominio di primo livello pertinente, il servizio clienti, la disponibilità di un'app in un app store nazionale, ecc. Nel complesso, cosa è necessario per stabilire il targeting è una connessione sostanziale con un dato territorio.

Dal Web 2.0 al Web 3.0

Un altro sviluppo è attualmente in corso: è il passaggio dalla dimensione già interattiva del Web 2.0 alla realtà ancora più integrata e immersiva del Web 3.0 (se non già Web 4.0!). Si prevede che tale transizione sarà resa possibile dall’avvento della realtà aumentata, della blockchain, delle criptovalute, dell’intelligenza artificiale e dei token non fungibili per digital attività.

In questo senso sarà fondamentale la progressiva evoluzione del metaverso. Anche se il concetto di metaverso esiste da oltre trent’anni, recentemente è stato rinnovato.

Runway Borsa Incantata Web3

Grazie all’avvento delle nuove tecnologie appena citate, si spera che il “nuovo” metaverso sarà caratterizzato da quattro caratteristiche principali: interoperabilità tra piattaforme connesse in rete; esperienza utente tridimensionale e coinvolgente; accesso alla rete in tempo reale; e l'estensione del mondo fisico e virtuale. 

In tutto questo si sono già sviluppati diversi metaversi, che rientrano in due categorie principali: centralizzati e decentralizzati. La distinzione viene fatta in base al fatto che il metaverso at issue è posseduto e governato da una singola entità, ad esempio una società, o se è invece caratterizzato da una rete dispersa e da una struttura proprietaria decentralizzata, ad esempio un'organizzazione autonoma decentralizzata.

Mentre, come affermato, appare ragionevole ritenere ragionevolmente risolto il trattamento delle situazioni Web 2.0, la transizione dal Web 2.0 al Web 3.0 ha il potenziale di porre nuove sfide all'interpretazione e all'applicazione dei criteri sopra discussi.

Studio commissionato dall’OMPI

Su richiesta dell'OMPI, ho recentemente preparato uno studio (disponibile qui), riguardante proprio il trattamento giuridico di tale transizione. Nello specifico lo studio cerca di rispondere alle seguenti domande:

  1. Possono essere utilizzati gli stessi criteri e nozioni sviluppati in relazione ad altre forme di diffusione media trovare applicazione nel contesto delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale compiute attraverso e all’interno dei metaversi?
  2. La distinzione tra metaversi centralizzati e decentralizzati ha implicazioni sostanziali per quanto riguarda la localizzazione delle violazioni dei DPI?

I diritti di proprietà intellettuale considerati nello studio sono copyright, marchi commerciali e design. L’analisi è limitata alle violazioni commesse al di fuori dei rapporti contrattuali e adotta una prospettiva internazionale e comparativa, senza focalizzarsi su alcuna giurisdizione specifica. 

Sebbene vengano forniti e rivisti, ove opportuno, esempi tratti da diversi sistemi giuridici, scegliendo un simile approccio si spera di offrire una lente attraverso la quale si possa rispondere alle principali domande al centro del presente studio in termini tanto ampi e utili quanto possibile ai diversi ordinamenti giuridici. 

Rilevante per la questione dell’applicabilità dei DPI online e nel metaverso è anche la considerazione dei soggetti contro i quali possono essere intentate azioni legali e del loro fondamento giuridico: in questo senso, la presunta violazione dei DPI che richiede la localizzazione può non solo innescare azioni dirette/primarie responsabilità, ma anche quella di soggetti diversi dall’autore diretto della violazione, compresi i fornitori di servizi della società dell’informazione i cui servizi vengono utilizzati per commettere la violazione.

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Lo studio è strutturato come segue:

  • Le sezioni 1 e 2 descrivono in dettaglio il contesto dell'analisi, nonché i suoi obiettivi e l'approccio pertinenti.
  • La sezione 3 affronta i conflitti di leggi issueS. Esamina il quadro pertinente per la localizzazione delle violazioni dei DPI in situazioni transfrontaliere, tenendo conto degli strumenti internazionali e regionali, nonché di esperienze nazionali selezionate. Questa sezione distingue ulteriormente tra DPI non registrati e registrati.
  • La sezione 4 si concentra specificamente su digital e situazioni online ed esamina il discorso accademico e giudiziario sugli approcci alla localizzazione allo scopo di determinare la legge applicabile e, ove pertinente, la giurisdizione. Viene inoltre intrapresa una discussione dei criteri basati sull'evento causale, sulla targetizzazione e sull'accessibilità, comprese le relative carenze.
  • La sezione 5 considera successivamente le diverse tipologie di soggetti contro i quali possono essere avanzate denunce di violazione, i rimedi disponibili e la tipologia di responsabilità che ne deriva.
  • La sezione 6 riguarda specificamente i diversi tipi di metaverso e determina se i risultati delle sezioni precedenti possono trovare un'applicazione soddisfacente in relazione a questo nuovo mezzo, almeno in linea di principio.

Principali conclusioni

10 Runway Magazine Web3 Versace, Michael Kors, Fendi, Dolce Gabbana, Moschino

Per quanto riguarda le principali domande presentate sopra, quella che chiede se gli stessi criteri e nozioni si sono sviluppati in relazione ad altri media possa trovare applicazione nel contesto delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale compiute attraverso e all'interno dei metaversi la risposta è affermativa. Si sostiene inoltre che la distinzione tra metaversi centralizzati e decentralizzati – pur essendo di sostanziale rilevanza per la determinazione delle opzioni di tutela – potrebbe non avere implicazioni significative per quanto riguarda la localizzazione delle violazioni dei DPI.

Nel complesso, questo studio offre come conclusione principale (sezione 7) che, allo stato attuale delle cose, il quadro giuridico esistente – come interpretato dai tribunali di diverse giurisdizioni in relazione agli scenari Web 2.0 – sembra offrire una guida sufficientemente solida per la localizzazione dei diritti di proprietà intellettuale. violazioni, comprese quelle commesse attraverso il/i metaverso/i. 

Tutto ciò è tuttavia accompagnato dall’avvertenza che potrebbero sorgere sfide sostanziali in termini di recupero di prove che servirebbero a stabilire un fattore di collegamento sufficientemente forte con un determinato territorio, ai fini sia della determinazione della legge applicabile che della giurisdizione. 

Inoltre, la diversità dei rimedi e delle opzioni di applicazione attualmente disponibili nelle diverse giurisdizioni solleva la questione se sia giunto il momento di intraprendere una più ampia armonizzazione di entrambi gli aspetti a livello internazionale e/o regionale.

Dove puoi trovare lo studio

Lo studio è disponibile sul sito web dell’OMPI (Costruire il rispetto per la divisione IPqui

Eleonora Rosati



Inserito da Parigi, Quartier des Invalides, Francia.